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Unità e Avanti

Avanti e Unità: non dicono tutto. E sanno benissimo perché.

Testata: Avanti della Domenica
Titolo: Così è morta l’umanità a Gaza
Autore: Andrea Follini

Testata: L’Unità
Titolo: Israele uccide altri 15 bambini: 600 in un mese
Autore: U.D.G. (Umberto De Giovannangeli)

In questa scheda proponiamo una lettura comparativa tra due articoli pubblicati il 19 aprile 2025 che affrontano il tema della guerra a Gaza con toni e obiettivi narrativi differenti, ma convergenti nel risultato: la totale colpevolizzazione di Israele e l’assenza di ogni contesto bellico o menzione delle responsabilità di Hamas. Seguendo le voci della tabella sottostante, analizziamo passo per passo struttura, linguaggio e bias retorici di entrambi i testi, utilizzando citazioni testuali a supporto.

Tipo di articolo

• Avanti: è un editoriale di opinione, che non finge obiettività. Tutto è enunciato come verità morale, senza necessità di argomentare.

• L’Unità: è una cronaca-commento, che assume però un tono dichiaratamente narrativo e coinvolto. Si presenta come informazione, ma è costruito come discorso persuasivo.

Tono

• Avanti: adotta un tono apocalittico, terminale, privo di mediazioni. La guerra è finita, il giudizio è emesso: “se si ritiene che restare umani sia ancora un valore”.

• L’Unità: mescola toni commemorativi e retorica dell’indignazione. Si alternano dati ONU, appelli e storytelling (la storia di Fatima Hassouna) per suscitare empatia e dolore.

Linguaggio

• Avanti: linguaggio retorico, giudicante, ideologico. Espressioni come “deportazione”“definizione pianificata”“identica lunghezza d’onda tra Trump e Netanyahu” evocano una cospirazione sistemica senza fornire prove.

• L’Unità: linguaggio emozionale e simbolico. Le parole della fotoreporter uccisa diventano manifesto: “voglio una morte rumorosa… immagini immortali”. La narrazione è letteraria più che giornalistica.

Omissioni

• Avanti: completamente assenti Hamas, il 7 ottobre, la questione degli ostaggi, il contesto militare. Nessuna menzione della possibilità di tregua.

• L’Unità: pur citando il 7 ottobre solo in apertura, non approfondisce né le cause né il seguito. Hamas non è soggetto attivo, gli ostaggi non esistono, il rifiuto di tregua non è menzionato. La guerra è unilaterale.

Pregiudizi ideologici

• Avanti: Israele descritto come promotore di una “definizione” etnica della popolazione palestinese, termine ambiguamente vicino alla retorica dello sterminio. Netanyahu e Trump sono presentati come agenti di un piano congiunto.

• L’Unità: Israele è accusato di aver trasformato Gaza in un “campo di sterminio”, con citazione di Guterres. L’uso reiterato di immagini di bambini, malnutrizione, morte di giornalisti costruisce un’identità morale di colpevolezza.

Citazioni chiave

• Avanti“Il vomitevole apporto di Trump al raggiungimento della pace si coniuga con il termine deportazione ed ha ridato vigore alla ‘definizione’ pianificata da Netanyahu”.

• L’Unità“Gaza trasformata in un ‘campo di sterminio’, per usare le parole del Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres”.

Fonti e attribuzioni

• Avanti: non cita alcuna fonte esterna. L’intero articolo è scritto in forma valutativa, senza dati né riferimenti.

• L’Unità: cita fonti ONU (UNICEF, UNRWA), la direttrice dell’Unicef Catherine Russell, il Segretario generale Guterres e il PJPC. Tuttavia, le fonti sono tutte univoche e non accompagnate da elementi di verifica o pluralità.

Struttura retorica

• Avanti: procede per accumulo indignato, fino a un verdetto finale senza appello. Non c’è contraddittorio, né apertura a domande.

• L’Unità: costruzione narrativa con climax emotivo attorno alla figura della fotoreporter Fatima Hassouna, il cui profilo diventa simbolo del martirio palestinese.

Livello di attendibilità

• Avanti: nullo sul piano informativo. Nessuna fonte, nessun dato. L’unico contenuto è l’opinione dell’autore.

• L’Unità: più elevato formalmente grazie alla presenza di dati e fonti, ma la selezione univoca e l’assenza di contesto lo rendono propagandistico nella sostanza.

Conclusione (come approvata)

Conclusione
Entrambi gli articoli portano avanti una narrazione a responsabilità unica, con esiti retorici diversi ma risultati simili: Israele è il carnefice assoluto, mentre ogni riferimento a Hamas, agli ostaggi o alle cause del conflitto viene accuratamente espunto. Sono esempi utili di narrazione sbilanciata, preziosi per capire come l’informazione selettiva costruisce il consenso emotivo. Non sono da considerare fonti esaustive o imparziali, ma sono estremamente istruttivi per chi voglia decodificare il linguaggio ideologico nei media.

La redazione di Free4Future

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