In guerra, la prima vittima è la verità. Ma quando a colpirla non sono i regimi autoritari, bensì la stampa “libera” e il servizio pubblico, la ferita è doppia.
Oggi due casi emblematici hanno mostrato come la disinformazione non venga solo dai social, ma direttamente dai canali ufficiali dell’informazione italiana.
🎯 Primo caso: La Stampa
Con un titolo delirante, il quotidiano torinese ha pubblicato un articolo dal titolo: “Israele come Hamas: istituisce il centro di comando sotto l’ospedale di Ichilov”

Una frase che non solo accusa Israele di violare deliberatamente il diritto internazionale, ma lo equipara esplicitamente ad Hamas, organizzazione riconosciuta come terrorista da Europa, USA e ONU. Il problema? È una bufala. Non esiste alcuna prova, né fonte verificabile, che dimostri l’esistenza di un centro di comando militare sotto l’ospedale Ichilov di Tel Aviv.
Alcuni lettori se ne sono accorti, lo hanno segnalato. E La Stampa, in silenzio, ha ritirato l’articolo dal sito. Nessuna smentita. Nessuna rettifica. Solo la rimozione della traccia. Come se niente fosse.
📺 Secondo caso: RaiNews
Il servizio pubblico, nel pieno dell’escalation tra Israele e Iran, ha rilanciato un video palesemente falso, spacciandolo per attuale. Il titolo del servizio è: “I sottomarini iraniani lanciano missili verso Israele”

Le immagini, tuttavia, sono riconducibili a Mariupol durante l’invasione russa del 2022, e non hanno nulla a che vedere con l’attacco del 13 giugno 2025. Nessuna fonte indipendente ha confermato l’uso di sottomarini iraniani nel lancio di missili recenti. Il tutto si regge su voci non verificate e filmati d’archivio riutilizzati ad arte, come già accaduto più volte in passato.
La Rai ha rilanciato una fake news. Nessuna verifica. Nessuna prudenza. Solo disinformazione confezionata e spedita al pubblico italiano.
❗ Il punto politico
In un momento di altissima tensione internazionale, i media italiani dovrebbero avere una funzione di responsabilità, verifica, analisi. Invece, giocano al rilancio virale, si fanno megafono della propaganda, confondono il lettore e offrono copertura narrativa ai nemici della democrazia.
La disinformazione non è mai neutra. Soprattutto quando serve ad accusare Israele, assolvere i suoi nemici e ribaltare i ruoli tra aggressore e aggredito.
Le guerre si combattono anche con le parole. E c’è chi ha scelto da che parte stare.
La Redazione di Free4Future






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