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Laura Wilson

Un doppio delitto a Rotheram

Sarah e Laura Wilson sono due sorelle ed entrambe, per un terribile scherzo del destino, sono tra le 1400 vittime delle “grooming gang” pakistane attive a Rotherham, nel South Yorkshire.

Sarah e Laura Wilson sono due sorelle ed entrambe, per un terribile scherzo del destino, sono tra le 1400 vittime delle “grooming gang” pakistane attive a Rotherham, nel South Yorkshire.

Due sorelle, entrambe adescate e abusate, una tragedia al quadrato. Ma forse sarebbe meglio dire che Sarah e Laura sorelle lo erano, perché Laura, in questo gioco perverso, ha perso la vita.

Laura Wilson
Laura Wilson e la sorella: un doppio crimine nell’incubo di Rotheram – Free4Future

La storia di Laura, uccisa brutalmente nell’ottobre del 2010, è una vergognosa farsa in cui, per anni anche dopo il suo omicidio, polizia e assistenti sociali si sono palleggiati la responsabilità di quanto accaduto, con uno scarica barile dietro l’altro.

Laura, che all’epoca aveva 17 anni, proveniva da una realtà di forte disagio sociale, ragione per cui c’erano di mezzo gli assistenti. Assistenti che, all’indomani della sua morte, hanno sostenuto che il suo decesso era stato “inevitabile”. Un’affermazione a dir poco allucinante: che cosa significa che” è stato inevitabile”? Ma allora che cosa ci stanno a fare gli assistenti sociali?

Un delitto d’onore pakistano

E fosse l’unico scandalo. L’assassino di Laura si chiama Ashtiaq Asghar, pakistano. L’omicidio fu subito liquidato come un “delitto d’onore”: la ragazza, infatti, sosteneva una relazione con Asghar e con un amico di questi, Ishaq Hussain, da cui aveva avuto un figlio. Così, secondo le prime ricostruzioni, per aver confidato alla famiglia di avere una reazione con entrambi, si è beccata 40 coltellate, la maggior parte delle quali sulla testa. Dopo è stata gettata in un canale mentre era ancora viva.

Delitto d’onore, un movente di comodo che ben si accorda con tutta l’illogicità della situazione, e che è stato messo in discussione solamente durante il processo – uno dei pochissimi che hanno avuto luogo – nel quale Asghar è stato condannato a 17 anni, quando il giudice l’ha accusato di “adescare bambine”.

All’epoca delle indagini, però, si è tentato di mettere a tacere i reali contorni dell’omicidio di Laura. Il rapporto sulla sua morte, infatti, fu censurato, con tanto di minacce contro chiunque avesse deciso di pubblicarlo. Le autorità sostennero che tale procedura avesse lo scopo di tutelare la privacy della famiglia Wilson.

Non a caso i più maliziosi invece ci hanno visto l’intenzione di coprire la verità: le prove schiaccianti che la morte di Laura fosse riconducibile allo sfruttamento sessuale da parte di gang ben organizzate di pakistani. Una realtà che andava avanti da anni, per Laura. Un fatto culturale, per i suoi aggressori.

Se si analizzano dei casi analoghi, si percepisce subito con quale affanno le autorità abbiano cercato di coprire il fenomeno, distogliendo l’attenzione dalle cause reali con motivazioni davvero inascoltabili. Lo sa bene Jayne Senior, dell’organizzazione “Risky Business” che nel corso del tempo ha raccolto innumerevoli testimonianze di bambine e ragazze vittime di queste gang. E che, tra l’altro, è stata anche testimone oculare di intimidazioni da parte delle forze dell’ordine.

“Le bambine erano consapevoli”, “le bambine tornavano dai propri adescatori di loro spontanea volontà” oppure “le bambine era consenzienti” sono tra le tante bestialità che si è sentita dire. Ma dopotutto, non dovrebbe stupire: il sistema giudiziario dello Yorkshire ha persino sempre ignorato il sostanzioso database raccolto dall’organizzazione stessa, con nomi, cognomi e indirizzi degli aggressori.

Sarebbe bastato un solo controllo per aprire un vaso di Pandora. Ma non ce ne fu nemmeno l’intenzione.

La povera Laura, però, non è l’unica che ha avuto in sorte di essere uccisa a causa di questo fenomeno: ci sono tante giovani la cui storia merita di essere raccontata e cercheremo di farlo con una serie di articoli. Articoli dove esploreremo un fenomeno che è qualcosa di peggio, e purtroppo ancora più pericoloso, di una questione criminale.

Si tratta di un vero e proprio scontro culturale: per questo è così difficile parlarne. Per questo è stato finora impossibile combatterlo.

Per quanto spaventosa sia la realtà, occorre cominciare a guardarla.

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Fonti:

https://www.bbc.com/news/uk-england-south-yorkshire-18360088

https://www.theguardian.com/uk-news/2014/sep/11/shaun-wright-gun-shoot-rotherham-child-sexual-abuse

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