Pubblichiamo con grande piacere e convinzione l’appello di InOltre Lo pubblichiamo insieme al nostro perché quando le comunità ebraiche vengono assaltate è davvero arrivato il momento di unire le forze per contrastare una deriva antisemita che oramai sembra non fare neanche più notizia.
Se desiderate aderire a questi appelli mettete un commento in fondo a questa pagina.
L’appello di InOltre: regalateci il vostro silenzio
Nel marzo scorso, in un pezzo dedicato allo svuotamento e al tradimento delle feste di precetto del calendario laico, repubblicano e progressista, ricordavamo qui su Inoltre un monito di Elias Canetti. “Nel calendario – scriveva Canetti – con i suoi immutabili anniversari, si riconosce una garanzia per ciò che verrà. Quando tutto va in pezzi, il calendario con i suoi giorni particolari resta l’unica e ultima sicurezza”.

È vero, gli anniversari hanno questa funzione e perciò andrebbero onorati in maniera né routinaria né ipocrita. Perciò immaginare di strappare dal calendario una di queste date particolari rimanda ad una sorta di amputazione, di impoverimento, alla rinuncia improvvida ad una boa di salvataggio.
Eppure, arrivano momenti in cui il livello di ipocrisia, di svuotamento e ribaltamento dei valori asseritamente celebrati supera il livello di guardia oltre il quale si spalanca il baratro dell’oscenità.
Questo livello è stato ampiamente travalicato in relazione al Giorno della Memoria.
È stato bello, in fondo, sforzarsi di superare un certo, inveterato cinismo e credere per un quarto di secolo (la Giornata fu introdotta in Italia alcuni anni prima della corrispondente risoluzione ONU) che tutta quella compunta liturgia repubblicana, quei riti esorcistici accompagnati dal salmodiare solenne e contrito degli stentorei “mai più” fosse in qualche modo sincero ed efficace.
Nessuno di noi si è sottratto alle rievocazioni, alle ricostruzioni, ai reading intrisi di commozione, a tutto ciò che ci si illudeva servisse a chiamare a raccolta gli anticorpi capaci di inverare quell’imperioso “mai più”.
Ora, però, basta.
Ora la decenza impone di prendere atto, per quanto la conclusione possa suonare paradossale, che il rito non ha retto al test di autenticità imposto dal 7 ottobre. Quando è stata l’ora di riattualizzare quel ” mai più”, gli officianti del rito hanno di fatto abiurato.
Ora ci rivolgiamo, quindi, a coloro che hanno cancellato il pogrom di Hamas, a quelli che hanno elevato una strage d’innocenti ad atto di “Resistenza”, a chi ha deliberatamente divulgato le falsità dell’ufficio stampa di Hamas, a chi ha oltraggiato la parola “Genocidio”, a chi ha paragonato Israele al Nazismo, a chi usa Israele per dare fondo al proprio osceno antisemitismo. A tutti costoro diciamo: tacete nel Giorno della Memoria! Non avete diritto di celebrare una giornata che ricorda il martirio di milioni di donne, uomini e bambini trucidati solo perché ebrei. Se esisteva una Memoria, voi l’avete già tradita.
La redazione di InOltre

Free4Future: perdere la memoria
Il Giorno della Memoria serve o dovrebbe servire alla società nel suo insieme, per ricordare dove conducono l’intolleranza, l’odio, il desiderio folle di scaricare su un capro espiatorio le proprie carenze e i propri fallimenti. Dovrebbe ricordare che la ferocia della distruzione è anche autodistruzione.
Il giorno della memoria dovrebbe ricordare che l’antisemitismo è un male che nella storia si è ripresentato in molte forme diverse, senza mutare la sostanza, senza mai cessare di essere caccia all’ebreo.
Come ebrei abbiamo collaborato volentieri a questo percorso. Ma dopo il 7 ottobre 2023 ci rendiamo conto che questa memoria sembra ormai persa, ribaltata. Prima, ci siamo trovati colpiti dal pogrom più sanguinoso dopo la Shoah. Poi, accusati di commettere un genocidio. “Il popolo sopravvissuto ad Auschwitz ha creato una nuova Auschwitz”, si grida.
Gli ebrei vengono attaccati per strada, le vetrine di nuovo infrante, le sinagoghe bruciate e attaccate in nome di una calunnia che sarebbe già di per sé allucinante. La memoria si è talmente persa da essere utilizzata per una nuova caccia all’ebreo.
Gli ebrei non hanno bisogno di un giorno della memoria. Il proprio sterminio lo ricordano benissimo. Non hanno nessun bisogno di celebrarlo. Semmai di tenerlo presente e di impedire che si ripeta.
Agli ebrei il Giorno della Memoria non serviva. Avrebbe dovuto servire agli altri e invece è diventato il pretesto per una nuova caccia all’ebreo, per una nuova, e particolarmente perversa, mutazione dell’antisemitismo.
Per questo, quest’anno, noi di Free4Future non parteciperemo a nessuna celebrazione il 27 Gennaio. Una memoria così è meglio perderla, che trovarla.
L’antisemitismo è la sentina della storia. Le idee di democrazia, di libertà, di rispetto per l’umanità, sono ai suoi antipodi.
Luigi Caramiello, Napoli
Condivido.
Sarebbe buono se le istituzioni ebraiche disertassero le celebrazioni per il giorno della memoria. Come si potrebbe fare per riunire chi la pensa così e far arrivare la nostra richiesta ai vertici delle comunità?
Vi sostengo pienamente!
Aderisco e diffondo l’appello contro l’antisemitismo che sta ritornando prepotentemente a galla.
Chi non ha memoria non avrà futuro, l’indifferenza uccide più di qualunque potente arma.
Assolutamente d’accordo con il vostro appello. Sono già molti anni che, soprattutto nelle scuole, il Giorno della Memoria è diventato un rituale “dovere” noioso, ripetitivo e per nulla formativo delle coscienze. Il risultato è sotto i nostri occhi oggi.
Spero che la vostra provocazione colga nel segno. In bocca al lupo a tutti noi.
Alberto Galanti