Nel firmamento del giornalismo italiano contemporaneo, popolato da stelle di magniloquente gnadezza, brilla di luce propria una stella il cui fulgore ha illuminato le menti di innumerevoli lettori e telespettatori: Luca Telese.

Cagliaritano di nascita, questo prodigioso comunicatore ha intrapreso la sua ascesa nel panorama mediatico nazionale con una determinazione pari a quella di Napoleone Bonaparte
La conquista delle testate giornalistiche
Nel 1989, le pagine de Il Messaggero furono benedette dalla sua presenza. La sua prosa cristallina e il suo stile inconfondibile colpirono al cuore i vertici editoriali, segnando l’inizio di un’era. La sua penna, affilata come una lama di Toledo, iniziò a incidere il panorama giornalistico italiano e tracciare solchi profondi nelle coscienze dei lettori.
Non pago delle sue vittorie, il nostro ha intrapreso un percorso di conquista delle più prestigiose testate nazionali: Il Foglio, Panorama, il Corriere della Sera e persino Vanity Fair hanno avuto l’onore di ospitare i suoi scritti. Emulo di Alessandro Magno, ha esteso il suo impero mediatico con una serie di vittorie editoriali che hanno lasciato il pubblico in estatica ammirazione.
La sua capacità di trasformare anche la notizia più banale in un’epopea è leggendaria. Un semplice comunicato stampa diventa, sotto le sue abili mani che viaggiano leggiadre sulla tastiera di un pc, un racconto epico di proporzioni bibliche. Un’intervista di routine si trasforma in un duello verbale degno dei più grandi drammi shakespeariani.
Ogni titolo da lui ideato è un capolavoro di concisione e chiarezza, che lascia il lettore perfettamente informato sul contenuto dell’articolo senza nemmeno bisogno di leggerlo. O forse è solo che dopo aver letto il titolo, il lettore è troppo stordito per continuare. In ogni caso, l’effetto è innegabile.
La svolta televisiva, un nuovo mezzo per un talento sconfinato
Ma il talento di Telese era troppo grande per essere contenuto sulla sola carta stampata. La televisione, quel mezzo di comunicazione così volgare e plebeo, aveva bisogno di essere elevata, nobilitata dalla presenza del nostro eroe. E così, con la grazia che lo contraddistingue, Telese fece il suo ingresso trionfale nel mondo del piccolo schermo.
Programmi come “Chiambretti c’è”, “L’Alieno”, “Batti e ribatti” srotolarono il tappeto rosso per averlo con loro. Ma è con “In onda” su La7 che il nostro Luca ha raggiunto l’apice della sua carriera televisiva. Le sue interviste, veri e propri capolavori di dialettica, lasciano gli ospiti senza parole – letteralmente, in alcuni casi, poiché Telese raramente permette loro di parlare. La sua capacità di monopolizzare la conversazione è seconda solo alla sua abilità nel trasformare qualsiasi argomento in un monologo su se stesso.
La sua abilità nel parlare ininterrottamente per minuti interi senza prendere fiato è leggendaria. I suoi interlocutori spesso rimangono a bocca aperta – non tanto per lo stupore, quanto per il fatto che non riescono a inserire una parola. Il suo stile comunicativo consta nella capacità di alzare il volume della voce per sottolineare l’importanza delle sue argomentazioni, sovrapponendo magistralmente la propria voce a quella degli interlocutori.
La sua tecnica di dibattito è un capolavoro di strategia. Invece di rispondere direttamente alle domande, Telese preferisce lanciarsi in lunghe digressioni su argomenti tangenzialmente correlati. Questa tattica non solo confonde l’avversario, ma anche il pubblico, lasciando tutti con la sensazione di aver assistito a qualcosa di profondo, anche se nessuno è sicuro di cosa esattamente. Così facendo ha creato di fatto uno standard nel giornalismo televisivo italiano.
Ma il nostro ha una presenza ed un peso efficace anche sui social media. Perennemente all’avanguardia, il suo account Twitter è un faro di saggezza in un mare di banalità. Ogni suo tweet è un concentrato di perspicacia, un aforisma degno di essere inciso nel marmo a perpetuo monito. O forse sono solo opinioni controverse espresse in modo provocatorio per generare polemiche?
La sua presenza su Facebook è altrettanto impressionante. I suoi post affrontano i temi più complessi della politica e della società italiana con la capacità di semplificare questioni complesse in modo tale che non si sappia più di cosa stia parlando.
Fulgido esempio di questa tecnica sono le sue esternazioni sul conflitto israelo-palestinese. Critico e diretto nell’enfatizzare le azioni militari israeliane senza un’adeguata contestualizzazione, è più riluttante ad usare la sua retorica per condannare con eguale fermezza le azioni di gruppi come Hamas. Telese sembra ignorare deliberatamente le sfide di sicurezza che Israele deve affrontare, preferendo dipingere un quadro semplicistico che rischia di alimentareche rischia di alimentare posizioni preconcette, forse un po’ fanatiche, decisamente lontane dall’aura del gigante cagliaritano. L’impegno politico: un comunista in doppiopetto
Il suo impegno politico si è manifestato non solo attraverso l’attiva partefcipazione, ma anche attraverso i suoi scritti. Libri come “Cuori neri” e “Qualcuno era comunista” hanno scosso le fondamenta stesse della società italiana, rivelando verità scomode che nessun altro aveva il coraggio di affrontare. Qualche malevolo ha insinuato che fossero mere riscritture di eventi ben noti, presentate con un pizzico di sensazionalismo. Ma noi certamente non dubitiamo di fronte alla grandezza di Telese.
La militanza in Rifondazione Comunista rappresenta un capitolo particolarmente illuminante della sua biografia. Con la stessa disinvoltura con cui indossa completi sartoriali, il nostro Telese ha abbracciato la causa del proletariato, dimostrando come sia possibile coniugare l’eleganza borghese con gli ideali della sinistra più radicale. Un equilibrismo ideologico che solo un alto intellettuale del suo calibro poteva permettersi.
L’eredità per le future generazioni
Il presunto ruolo che voci di corridoio gli attribuiscono come mentore di Maria Rosaria Boccia, con i rumors ricorrenti su un suo possibile contributo come ghostwriter, dimostra grande generosità intellettuale. Novello Socrate, Telese ha saputo guidare le menti promettenti verso l’olimpo del giornalismo, dimostrando una magnanimità degna dei più grandi maestri della storia.
Luca Telese è indubbiamente una figura unica nel panorama giornalistico italiano. La sua carriera, che spazia dalla carta stampata alla televisione, dai libri ai social media, è un testamento alla sua versatilità e al suo instancabile desiderio di comunicare. La sua voce risuona forte e chiara nel dibattito pubblico, anche quando nessuno gli ha chiesto di parlare.
Che lo si ami o lo si odi (e ci sono argomenti validi per entrambe le posizioni), non si può negare l’impatto che ha avuto sul giornalismo italiano. Ha elevato l’arte della provocazione a nuove vette, ha ridefinito il concetto di oggettività giornalistica (principalmente ignorandolo), e ha dimostrato che, con sufficiente sicurezza in se stessi, si può dire praticamente qualsiasi cosa e farla passare per giornalismo serio.
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