Free4Future
Smonta e Spiega

Il veleno e il sigillo: come il Corriere fabbrica l’odio col volto buono

L’ebreo buono e l’ebreo cattivo, con sigillo di garanzia. Tutto made in Corriere della Sera

L’ebreo buono e l’ebreo cattivo, con sigillo di garanzia. Tutto made in Corriere della Sera

C’è un articolo pubblicato oggi 5 maggio dal Corriere della Sera che merita di essere archiviato, studiato, smontato. Quello di Davide Frattini, da Gerusalemme. Racconta che Netanyahu avrebbe detto: “Distruggere Hamas è più importante dei rapiti”. Frase non confermata, ma titolata. Poi descrive un premier isolato, cinico, pronto a sacrificare i suoi. E chiude con il sottointeso: Israele non ha più un limite morale.

Non è un reportage. È un dispositivo. Serve a consegnare al lettore un pacchetto emotivo già confezionato: Israele è mostruoso, e tu puoi pensarlo senza sensi di colpa.

A rafforzare il messaggio arriva l’intervista a Liliana Segre. Dentro, molte sfumature. Fuori, un solo titolo: “Provo repulsione per il governo Netanyahu”. È la firma dorata sulla busta. Serve a far sentire legittimo il disgusto. Se anche una sopravvissuta alla Shoah lo dice, allora è giusto.

Così funziona questa nuova forma di antisemitismo. Non attacca gli ebrei in modo diretto.
Li divide. Li usa. E poi li scarica. Costruisce l’ebreo buono: quello che si dissocia, che critica, che accusa.

E l’ebreo cattivo: quello che difende il suo diritto di esistere, che non tace, che reclama la sua dignità con pari diritti, incluso quello di vincere le guerre che intendono sterminarlo e di rimuovere le minacce, non essere costretto a subirle per sempre.
Alla fine, non serve dire niente. Il lettore capisce da solo chi deve isolare e colpire: l’ebreo che non accetta di essere vittima.

Il bersaglio non è Netanyahu. Il bersaglio è l’ebraismo nel suo complesso, con la sua dignità sempre da dimostrare, il suo diritto di parola sempre limitato, la complessità da estirpare, da piegare e rendere passiva. L’operazione non è casuale: è sistemica, reiterata, sempre più sfacciata.

Fortunatamente, le persone comuni sono molto più lucide di chi pretende di guidare l’opinione pubblica.
E forse è proprio per questo che quei giornali, pur gridando più forte, parlano ormai a sempre meno persone.

Ma siamo in un’Italia da 1938 in cui l’odio antiebraico viene inculcato da una macchina oscena.
Se non troviamo il modo di sgominarla, finirà molto male.

Anche per voi

free4future

Add comment