La stampa promuove boicottaggi ideologici contro Israele. I Comuni li applicano. I supermercati li seguono. Ma i danni economici, politici e democratici li subisci tu.
Il giornale decide che notizie puoi leggere.
Il Comune decide quali medicine puoi assumere.
Il supermercato quali prodotti devi boicottare.
Il problema non è Gaza. Il problema è che tutto questo lo chiamano libertà.
Da settimane assistiamo a un crescendo di azioni simboliche contro Israele: Coop che toglie i prodotti israeliani dagli scaffali, farmacie comunali che eliminano medicinali prodotti da aziende israeliane, amministrazioni locali che si vantano di “non finanziare la guerra”. Ma a finanziare tutto questo sei tu. Con i tuoi soldi, con la tua salute, con la tua libertà di scelta.
Dietro ogni articolo che racconta il boicottaggio come un atto di coraggio morale, c’è un’ideologia che ha smesso di pensare. E che ha iniziato a comandare.
Non è una campagna umanitaria. È un programma politico.
La stampa non informa: orienta. Non mostra i fatti: seleziona le emozioni. Quando La Stampa, Repubblica o il Corriere raccontano del supermercato che “toglie i datteri israeliani” o della farmacia che non vende più un farmaco usato per la chemioterapia, non si domandano mai: chi ci perde davvero? Chi cura i pazienti? Chi risarcisce i danni?
Nessuno. Perché la battaglia non è sui fatti. È sull’immagine. L’importante è segnalare la propria virtù morale. Anche se a pagarla sono gli altri.
Siamo tutti buoni. Col portafoglio degli altri. E col corpo degli altri.
Il Comune si vanta di boicottare Israele. Ma i pazienti che usavano quei farmaci non votano? Non valgono? Non esistono? La Coop toglie prodotti israeliani. Ma chi garantisce che lo faccia per Gaza e non per paura di perdere clienti? O peggio: per allinearsi al clima mediatico?
In nome della libertà, ti tolgono la libertà.
Non puoi più scegliere quali prodotti comprare. Non puoi decidere quali farmaci assumere. E nemmeno puoi sapere cosa è vero e cosa no, perché la tua informazione è già filtrata, selezionata, incorniciata in uno storytelling dove Israele è sempre l’oppressore e chiunque lo boicotti è un eroe.
Questo non è più dibattito. È gestione ideologica della realtà.
La stampa non si limita a raccontare i boicottaggi: li legittima, li celebra, li rilancia. Nessun giornalista chiede se siano legali. Nessun editoriale parla di antisemitismo. Nessun’inchiesta racconta chi ci guadagna davvero, in visibilità o in vendite.
E allora domandiamolo noi:
Chi decide cosa puoi leggere?
Chi decide cosa puoi curare?
Chi decide cosa puoi comprare?
Siamo in 1984. Solo che a scriverlo non è più Orwell. È il tuo giornale.
La redazione di Free4future






Potete postare il link al documento citato nel video sulla fame a Gaza?
Mi riferisco al pdf dove IPC nega la carestia a Gaza.
Ho provato a cercarlo qui: https://www.ipcinfo.org/fileadmin/user_upload/ipcinfo/docs/documents/IPC_Famine_Review_committee_Report_FEWS_NET_Gaza_4June2024.pdf
inutilmente. Grazie.