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Il Corriere, Il Foglio, Il Fatto – Caso Rafah: quando indagare diventa una colpa

Il 23 marzo 2025, 15 paramedici e soccorritori della Mezzaluna Rossa e un operatore ONU vengono uccisi nei pressi di Rafah da colpi dell’esercito israeliano. A metà aprile, l’IDF pubblica i risultati dell’inchiesta interna: riconosce “errori professionali”, ammette “violazioni delle regole di ingaggio”, licenzia il comandante e dichiara che i soldati “hanno scambiato i mezzi per unità militari”.


 1. L’evento

Il 23 marzo 2025, 15 paramedici e soccorritori della Mezzaluna Rossa e un operatore ONU vengono uccisi nei pressi di Rafah da colpi dell’esercito israeliano. A metà aprile, l’IDF pubblica i risultati dell’inchiesta interna: riconosce “errori professionali”, ammette “violazioni delle regole di ingaggio”, licenzia il comandante e dichiara che i soldati “hanno scambiato i mezzi per unità militari”.


 2. Le due domande chiave

🔹Q1: Quale testata evidenzia che Israele è l’unico esercito al mondo a fare un’inchiesta interna, con sanzioni, in tempo di guerra?

  • ✅ Il Foglio (titolo: “Tsahal e la trasparenza”): riconosce l’eccezionalità della democrazia israeliana, pone il problema della trasparenza “come prezzo che si chiede solo alle democrazie”.
  • ❌ Il Fatto Quotidiano: derubrica l’inchiesta come tardiva, parla di “bugie iniziali” e usa toni da sentenza (“trucidati”, “colpi alla testa”), senza mai riconoscere l’atto come un’anomalia positiva nel contesto bellico.
  • ⚠️ Corriere della Sera: riporta i fatti in modo più asciutto, menziona l’inchiesta e il licenziamento, ma senza sottolinearne il valore democratico. Il quadro è critico ma non deliberatamente accusatorio.

Q2: Quale testata ricorda che, secondo la Convenzione di Ginevra, l’uso militare delle ambulanze è un crimine di guerra (art. 12 e allegato I), e in questo caso sarebbe attribuibile a Hamas?

  • ❌ Nessuna delle tre testate analizzate menziona la norma internazionale violata da Hamas, che secondo l’IDF aveva nascosto miliziani dentro la prima ambulanza.
  • L’accusa resta tutta sull’IDF, anche quando gli atti militari rispondono a una percezione di minaccia da parte di un veicolo potenzialmente protetto ma strumentalizzato.

 3. Il linguaggio che guida il giudizio


 4. Problema reale

Israele viene condannato non quando nasconde, ma quando indaga su sé stesso.
E Hamas? Non viene nemmeno nominato come parte in causa, neppure quando trasforma ambulanze in scudi armati, rendendo più difficile ogni intervento umanitario.


Conclusione

In questa narrazione, la trasparenza è un boomerang, e il diritto umanitario diventa un’arma spuntata: vale solo se serve contro Israele.

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