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Due campetti contro Israele

Il campo largo si spacca. E ora prova a ricompattarsi con Gaza

Il campo largo si spacca. E ora prova a ricompattarsi con Gaza


Cosa succede?
La sinistra italiana – nella sua formula estesa del “campo largo” (PD, M5S, AVS, IV, Azione) – si presenta oggi spaccata sulla questione israelo-palestinese. Due manifestazioni per la pace sono previste:

6 giugno a Milano: promossa da Italia Viva e Azione

7 giugno a Roma: convocata da PD, M5S e AVS

E una parte del PD decide di partecipare a entrambe.

🗣️ Chi dice cosa?
🔹 Giovanna Vitale, Repubblica
“La doppia manifestazione […] è la prova che quando le posizioni sono diverse ma non inconciliabili, trovare una sintesi è possibile.”
Molti esponenti dem (Delrio, Guerini, Picierno, Fassino, ecc.) parteciperanno a entrambe le piazze, nel tentativo di tenere unita l’opposizione. Lo slogan è l’ormai consolidato “sto con Israele, non con Netanyahu; con i palestinesi, non con Hamas”.

🔹 Maria Elena Boschi, intervista su Repubblica
“Riconosciamo il diritto di Israele ad esistere, chiediamo lo scioglimento di Hamas, la liberazione degli ostaggi e non accettiamo alcun tipo di antisemitismo.”
Rivendica la manifestazione separata perché la piattaforma del 7 giugno (Roma) “non è stata negoziabile”.

🔹 Matteo Renzi, Il Foglio
“Io il 7 giugno non ci sarò. Le alleanze si fanno tra diversi. Ma se il Pd non vuole neppure inserire la parola antisemitismo nella piattaforma, come si fa?”
Definisce Schlein “sovietica” per dirigismo e accusa il governo Meloni di galleggiare: “Non governa, conserva”.

🔍 Cosa vuole il campo largo?
Nella sua ambiguità attuale, il “campo largo” vuole:

Mostrarsi unito nonostante le divergenze interne

Recuperare consenso attraverso un tema ad alto impatto simbolico: Gaza

Posizionarsi come “voce della pace” ma senza apparire né antisemita né filoisraeliana

Contenere l’emorragia elettorale accendendo un faro etico, dove le alleanze politiche faticano

Ma cosa sta facendo davvero?
Organizza due piazze concorrenti, con linguaggi e simboli divergenti (una con “due bandiere”, una più schierata sulla narrazione palestinese)

Invoca la fine dei bombardamenti ma evita di nominare Hamas come responsabile degli attacchi del 7 ottobre

Usa Gaza per riposizionarsi identitariamente, ma senza una strategia politica coerente. La sinistra radicale chiede il cessate il fuoco; quella riformista il disarmo di Hamas; tutti dichiarano di essere “con i due popoli”

La Redazione di Free4Future

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