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Chi ha voltato lo sguardo: il silenzio selettivo e le complicità culturali

Seconda puntata della serie sul rapporto Dinah. Dopo i fatti, i silenzi.

Seconda puntata della serie sul rapporto Dinah. Dopo i fatti, i silenzi.

Il rapporto del Dinah Project non si limita a documentare. Fa qualcosa di più raro e scomodo: interroga l’assenza. L’assenza di chi avrebbe dovuto vedere, parlare, agire.
Dopo aver ricostruito oltre 30 episodi di violenza sessuale legata al 7 ottobre — stupri di gruppo, mutilazioni, nudità forzata, umiliazioni pubbliche — il rapporto espone anche il contesto della negazione sistematica.

Non si tratta solo di propaganda ostile. Si tratta di silenzio “amico”.
Di ambienti femministi, accademici, giornalistici e attivisti che, di fronte a testimonianze, prove forensi e immagini, hanno scelto di non vedere.

Il Dinah Project non accusa direttamente nessuno. Ma i materiali che raccoglie rendono impossibile ignorare quattro forme di complicità culturale:

– Iconografica: la foto del corpo di Shani Louk, nudo e trascinato, è stata premiata da un concorso internazionale. Il rapporto ne segnala l’uso come “trofeo di guerra” da parte dei terroristi. Premiarla è una forma di umiliazione ripetuta.
– Accademica: nessun centro di gender studies ha analizzato le forme di CRSV emerse. Eppure il rapporto chiarisce che la violenza sessuale non è un effetto collaterale ma uno strumento ideologico deliberato.
– Mediatica: il lessico dei principali media ha preferito parlare di “accuse” israeliane, evitando termini come “stupro” o “mutilazione sessuale” — presenti invece nel documento.
– Attivista: le grandi piazze femministe sono rimaste mute. Il rapporto, invece, documenta casi concreti di schiavitù sessuale, umiliazione, nudità imposta. Soprattutto sulle donne. Ma anche su uomini e bambini.

Questo silenzio non è neutro. È un filtro selettivo che divide i corpi violati in degni e indegni, in visibili e rimuovibili.
Il Dinah Project lo rende evidente, con i fatti.

terzo articolo: come cambia la giustizia. Il modello legale proposto dal rapporto.

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