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Comunicazione: a sorpresa vince Davide

Comunicazione di massa, realtà di fondo
Israele vince. Anche dove non dovrebbe.
Ci avevano spiegato che Israele la “guerra della comunicazione” non l’avrebbe mai potuta vincere. Eppure sta vincendo.

Comunicazione di massa, realtà di fondo
Israele vince. Anche dove non dovrebbe.
Ci avevano spiegato che Israele la “guerra della comunicazione” non l’avrebbe mai potuta vincere. Eppure sta vincendo.

Non perché abbia comprato giornali o riempito le piazze. Non perché abbia le migliori campagne social o i testimonial più potenti.

Sta vincendo nonostante tutto questo.

📉 La macchina della propaganda propal
Chi ha il potere della narrazione?
Due miliardi di musulmani, molti sotto l’egemonia ideologica dei Fratelli Musulmani.

Fondi infiniti, Qatar in testa, con capacità di infiltrazione in università, media, ONG, festival culturali.

Un ciclo mediatico perfetto:
Hamas sussurra ad Al Jazeera → BBC rilancia → Reuters normalizza → New York Times amplia → tutti ripetono.

Risultato: una grande Al Jazeera globale, con loghi diversi ma narrazione identica.

🪙 Il mito dei “soldi degli ebrei”
No, quei soldi non ci sono.

Ci sono piccole organizzazioni stanche, in difesa, spesso isolate. Nessun grande piano di influenza globale. Nessuna potenza occulta.

Nel frattempo, la propaganda islamista viaggia con fondi illimitati, appoggi politici espliciti e una base culturale che normalizza l’odio antiebraico, mascherato da attivismo.

🧩 Ma allora perché Israele sta vincendo?
Perché ha smesso di inseguire il consenso nei salotti, nei talk, nei festival. E ha spostato l’equilibrio reale sul campo.

La comunicazione di massa parla alle masse. E la massa, alla lunga, rigetta la violenza esibita, la radicalizzazione, l’invasività.

🧨 Reality check: la causa propal è impopolare
Lo dicono i sondaggi.
Lo mostra la stagnazione dei partiti che si sono identificati con Gaza.
Lo conferma il fastidio crescente che serpeggia ovunque.

La gente non vuole:

i concerti trasformati in comizi

le librerie invase da attivisti

le tangenziali bloccate da studenti che sventolano simboli di gruppi terroristi

Questa causa, urlata, imposta, onnipresente, ha stancato tutti.
È diventata la causa più impopolare d’Europa. E d’America.

🎭 Effetti collaterali (per loro)
Cantanti che si travestono da eroi e si bruciano la carriera.

Partiti che sbandierano Gaza e perdono voti.

Intellettuali che si riscoprono Sinwar e si autoescludono dal dibattito pubblico.

La “sinistra dei cortei” che si mangia la sinistra reale.

🗳 La gente normale non urla. Ma vota.
E quando vota, non vota chi li insulta, li blocca, li accusa.
Non vota chi difende chi entra in casa, stupra, uccide a mani nude e poi si proclama vittima.

🧱 Israele non vince nei meme. Vince nei fatti.
Non ha comprato i giornali.
Non ha bot farm.
Non ha occupato i festival.

Ma ha un alleato imprevisto:
l’intero arsenale della propaganda propal — aggressiva, arrogante, compulsiva — che sta facendo perdere tutti quelli che l’hanno adottata.

E intanto, i padroni dei giornali cominciano a tossire.

Presto diranno: “Forse abbiamo esagerato.”

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