Le ultime raffiche di Hamas sono contro i civili, per difendere il racket degli aiuti. La stampa copre le spalle, e rilancia come può
Mentre a Gaza la Gaza Humanitarian Foundation (GHF) ha già distribuito oltre cinque milioni di pasti, senza passare da Hamas, senza chiedere il permesso all’UNRWA, e senza versare quote al racket mafioso delle ONG compiacenti, la stampa occidentale si organizza per l’attacco. Non contro Hamas, ma contro chi lo sfida. E non contro l’assedio, ma contro la liberazione.
A raccontarlo sono i fatti. Gli articoli pubblicati il 3 giugno 2025 su alcune delle principali testate italiane ricalcano, punto per punto, la nuova strategia comunicativa di Hamas. Una strategia che ha un obiettivo preciso: delegittimare ogni forma di aiuto umanitario che arrivi alla popolazione civile senza passare da Hamas. Colpire chi porta cibo e acqua senza inginocchiarsi all’autorità armata del terrore. E screditare, infangare, sabotare il nuovo sistema di distribuzione che sta funzionando nonostante Hamas.
«File infinite, assalti, morti: il disastro dei contractor nella macchina degli aiuti» titola la Repubblica. Il Fatto Quotidiano parla dell’«inganno dell’IDF» nella distribuzione dei pasti. Il Manifesto chiama l’intero sistema una «roulette russa». Tre articoli diversi, un’unica tesi tossica: che sia meglio tornare all’UNRWA, alle ONG compiacenti, ai pacchi consegnati sotto dettatura del regime. Meglio la fame “mediata” da Hamas, che il cibo distribuito senza intermediari armati.
La verità dei civili sul campo
Eppure, da Gaza, le testimonianze raccontano altro. Raccontano della gioia di una popolazione che riceve finalmente aiuti reali, senza doversi piegare ai ricatti. Raccontano della violenza con cui Hamas ha reagito alla nuova distribuzione: sparando, sabotando, bloccando i convogli. Lo ha fatto perché perdere il controllo sul cibo significa perdere il potere sulla popolazione. Perché dove arriva un pacco di aiuti libero, arriva anche una breccia nel giogo.
La stampa, invece, sembra non accorgersene. O peggio: sceglie da che parte stare. Sparando a sua volta, con le armi del sospetto, della denigrazione, della propaganda. Sparando contro Israele, come sempre. Ma questa volta anche contro i gazawi. Contro la loro fame. Contro la loro speranza. Contro la possibilità che un popolo affamato sia nutrito da chi non lo sfrutta. Contro la verità dei fatti.
E così, mentre GHF distribuisce cinque milioni di pasti, la Repubblica, Il Fatto Quotidiano e Il Manifesto distribuiscono menzogne. Hamas sorride. Le ONG si preparano a rientrare. E la stampa, ancora una volta, ha fatto il suo dovere: non informare, ma difendere il potere.
La redazione di Free4Future






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