La guerra di Hamas contro Israele e il suo stesso popolo trova un alleato sui nostri media. Perché?
Titolo mediatico: “Israele spara sulla folla affamata davanti al centro aiuti a Rafah”
Testate coinvolte: Domani, Il Fatto Quotidiano, La Stampa, Repubblica
Data: 2 giugno 2025
📣 La notizia diffusa
Un presunto raid israeliano contro un centro della Gaza Humanitarian Foundation (GHF) a Rafah avrebbe causato 26 morti e oltre 2.000 feriti tra civili in fila per ricevere aiuti umanitari. Le testate riportano la notizia come verosimile o confermata, inserendola in articoli drammatici sul “massacro della fame”.
🚫 La realtà verificata
GHF ha smentito ufficialmente l’attacco già il 1° giugno alle 14: “Segnalazione falsa e inventata. Nessun disordine nei nostri centri.”
L’IDF ha confermato: nessun raid né intervento in quell’area.
Video diffusi da Israele mostrano uomini armati – presumibilmente di Hamas – aprire il fuoco su civili in un’altra zona, lontana dai siti GHF.
Al momento della pubblicazione degli articoli (2 giugno), le smentite erano già pubbliche da almeno 18 ore.
🔍 Cosa non torna
Le testate omettono o minimizzano le smentite, relegandole a fondo articolo, se menzionate.
Il framing rimane invariato: Israele come aggressore, Hamas come soggetto che “denuncia” – senza mai verificare.
La GHF, co-fondata dagli stessi USA, viene ignorata come fonte autorevole, nonostante gestisca i centri di aiuti.
🎯 Il problema reale
Ore dopo che la notizia era stata smentita, testate italiane hanno continuato a pubblicarla come vera, rovesciando completamente la realtà:
La “strage” non è mai avvenuta.
I veri colpevoli (secondo immagini e testimoni) sarebbero Hamas, che ha sparato sulla folla e accumulato/scelto di trattenere gli aiuti umanitari.
La stampa ha dunque partecipato, consapevolmente o no, a una campagna di disinformazione.
💬 Citazione emblematica
“Le immagini diffuse mostrano i miliziani sparare ad altezza uomo. Ma intanto si scrive che è Israele.”
(Osservazione da fonti ufficiali israeliane, 1 giugno sera)
📌 Conclusione
Quando una notizia falsa viene rilanciata anche quando è smentita da fatti controllabili, non si tratta più solo di cattivo giornalismo. È costruzione di una menzogna che copre crimini reali.






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