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Calunnia di genocidio

PERCHÉ LA CALUNNIA DI GENOCIDIO È ANTISEMITISMO STERMINAZIONISTA

Una calunnia finalizzata a disumanizzare, spargere odio e facilitare lo sterminio. La prova della coordinazione con il massacro del 7 ottobre è nelle date.

Una calunnia finalizzata a disumanizzare, spargere odio e facilitare lo sterminio. La prova della coordinazione con il massacro del 7 ottobre è nelle date.

📅 7 ottobre 2023
Hamas entra in Israele. Massacra civili, brucia case, rapisce bambini. È il giorno dell’attacco. Ma è anche il giorno in cui inizia la contro-narrazione. Sui social, in rete, nelle università, la parola “genocidio” comincia già a girare. E non per descrivere l’attacco di Hamas, ma per accusare Israele.

📅 9 ottobre – Londra
Prima manifestazione davanti all’ambasciata israeliana. Non c’è ancora nessuna operazione di terra, solo una orribile e bestiale carneficina in Israele, la peggiore da dopo la Shoah. Ma la protesta è già contro il “genocidio”. Cartelli, cori, grafiche: il frame è attivato. Israele, appena colpito, è già colpevole.

📅 13 ottobre – Chicago
La piazza pro-Palestina accusa Israele di pulizia etnica. Non ci sono ancora truppe a Gaza, ma il linguaggio dei crimini di guerra è pienamente operativo. I bambini, le donne, i cooperanti massacrati sono in Israele, i corpi sono ancora da comporre e seppellire, ma è Israele come entità genocida. Non è una follia, è una strategia.

📅 14 ottobre – Ginevra
Francesca Albanese, relatrice speciale dell’ONU, parla di “mass ethnic cleansing”. È il passaggio di stato: dalla piazza alla diplomazia, dalla propaganda alla legittimazione.14 ottobre – Londra
Oltre 150.000 persone in marcia. Una manifestante dichiara: “Sono qui per protestare contro il genocidio”. Il termine è centrale, ricorrente, condiviso. Israele non è ancora entrato a Gaza, paralizzato dalla strage appena subita e dalla possibilità di un attacco da nord. I vertici di Hamas sono galvanizzati ed esprimono con chiarezza il loro obiettivo di sterminio.

È il momento in cui le piazze si infiammano all’unisono e nella propaganda l’accusa di genocidio si rivolge contro Israele in modo sempre più ossessivo. Israele è l’obiettivo la cui esistenza deve essere prima delegittimata, e poi eliminata fisicamente e nel sangue.

La realtà è questa: l’accusa di genocidio non nasce in risposta all’azione militare israeliana. Nasce in parallelo all’attacco di Hamas, e lo accompagna fin dal primo minuto. Le manifestazioni dell’immediato post-7 ottobre sono immerse in una nube mediatica e ideologica dove il “genocidio” è già parola d’ordine. Le bandiere sono le stesse, i cartelli sono stampati, i canali social riattivati in anticipo. L’attacco è sincrono, non reattivo. È una campagna globale che usa l’invenzione di un genocidio per giustificare un progetto reale: la cancellazione dello Stato ebraico. Tutto questo ha un nome: antisemitismo sterminazionista. È l’invenzione di un genocidio, organizzata e coordinata per rendere possibile un genocidio vero.

E non c’è nulla di umanitario nei progetti di sterminio.

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