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L’Unità – La manipolazione mediatica dietro la strage dei soccorritori a Gaza

Il 17 aprile 2025, L’Unità ha pubblicato un articolo intitolato “I soccorritori di Gaza sono stati giustiziati?”, che ha sollevato un’ondata di indignazione.

Secondo l’articolo, le forze israeliane avrebbero giustiziato a sangue freddo 14 soccorritori a Gaza, colpendoli alla testa e al torace, e poi seppelliti in una fossa comune. Lo scritto si basa su testimonianze, video e un’inchiesta del New York Times, che, tuttavia, non supporta affatto le affermazioni fatte. Anzi, il contenuto dell’articolo appare come una costruzione retorica che manipola i fatti, trasformando una tragedia complessa in un’accusa unilaterale e totalizzante contro Israele.

La distorsione della verità
Il cuore dell’articolo si concentra su una frase forte: “Israele ha giustiziato a sangue freddo 14 soccorritori a Gaza.” Ma questa non è la realtà dei fatti. L’articolo non è un’inchiesta giornalistica, ma una narrazione manipolatoria che mischia parziali verità con invenzioni, distorcendo i dati disponibili per creare una versione dei fatti che non corrisponde alla realtà.

In primo luogo, l’articolo del New York Times a cui si fa riferimento, pur trattando il tragico attacco a un convoglio di soccorritori a Gaza, non arriva mai a dire che si è trattato di un’esecuzione. Al contrario, il NYT solleva interrogativi sulla natura delle ferite e sulle circostanze dell’attacco, ma non fornisce alcuna prova che Israele abbia ordinato un’esecuzione sistematica. Il linguaggio dell’inchiesta è cauto e indaga le possibili cause, ma non attribuisce colpe definitive.

L’articolo di L’Unità, tuttavia, trasforma un’ipotesi in certezza. La frase che recita “Non è stata una strage, è stata un’esecuzione a freddo” è una falsa attribuzione. Il New York Times non usa mai il termine “esecuzione” in relazione a questo attacco. Piuttosto, accenna alla possibilità che i colpi siano stati sparati da distanza ravvicinata, ma non afferma che si sia trattato di un’esecuzione voluta e pianificata.

Le omissioni strategiche
Una delle maggiori manipolazioni riguarda le fonti. L’Unità cita il New York Times per sostenere le proprie accuse, ma in realtà utilizza solo una parte delle informazioni riportate, omettendo il contesto fondamentale. Il NYT parla di un attacco avvenuto in una zona di conflitto, eppure l’articolo italiano non fa mai riferimento alla guerra in corso o alle tattiche utilizzate da Hamas, che ha un noto storico di utilizzare ambulanze e strutture civili per scopi militari.

Questa omissione è cruciale. Se l’articolo avesse dato un quadro più completo del contesto militare, il lettore avrebbe potuto comprendere che l’attacco non è avvenuto in un contesto neutrale, ma in una zona di guerra, dove le forze israeliane hanno il compito di proteggere il proprio paese dagli attacchi terroristici. La manipolazione avviene proprio qui: si fa credere al lettore che Israele abbia colpito deliberatamente operatori umanitari, senza mai menzionare le possibili implicazioni di un conflitto armato e l’utilizzo improprio di veicoli civili da parte di Hamas.

La falsificazione della fonte
Una delle manipolazioni più evidenti è l’uso distorto delle autopsie. L’Unità scrive: “Testimonianze, riprese e autopsie smentiscono inconfutabilmente la versione israeliana”. In realtà, il New York Times riporta che Israele ha ammesso l’attacco, ma non ha mai parlato di “movimenti sospetti” o che i veicoli soccorritori fossero spenti, come invece affermato nell’articolo italiano. La versione fornita da L’Unità è un’invenzione completa, un allineamento della testimonianza per adattarla alla narrativa di un “crimine di guerra” già scritto.

L’invenzione della fossa comune
L’articolo de L’Unità racconta che Israele ha seppellito i corpi in una fossa comune, usando questo dato per sostenere che l’esercito stesse cercando di nascondere le prove. Ma il New York Times riporta solo che i corpi sono stati sepolti, senza menzionare alcun intento deliberato di occultamento. La fossa comune è un dettaglio che appare per la prima volta nell’articolo italiano, ma non è confermato da alcuna fonte indipendente. Questo è un classico esempio di sensazionalismo, dove un dettaglio ambiguo diventa la prova di una cospirazione più grande.

La manipolazione emotiva
L’articolo si conclude con una dichiarazione forte da parte di Medici Senza Frontiere: “La mattanza continua”. Questo è un esempio perfetto di come l’emotività venga utilizzata per convincere il lettore della gravità del crimine senza lasciare spazio alla discussione. Il termine “mattanza” non è solo un accusa morale, ma anche un tentativo di manipolare la percezione del lettore. In questo modo, il lettore non è più chiamato a riflettere sui fatti, ma a assorbire una verità definitiva, che non può essere messa in discussione.

Conclusioni
In sintesi, l’articolo de L’Unità non è solo una semplificazione di una notizia tragica, ma una distorsione deliberata dei fatti. Utilizza il dolore delle vittime per creare una narrazione in cui Israele è dipinto come il carnefice, e la sofferenza palestinese come la prova di un crimine ineluttabile. Tuttavia, se si esamina la fonte originaria, il New York Times, emerge un quadro ben diverso, più ambiguo e complesso, che non viene minimamente esplorato nell’articolo italiano.

Questo è un chiaro esempio di come il linguaggio e la retorica possano essere usati per costruire una narrativa ideologica che travolge la verità, creando un racconto che ha più a che fare con la propaganda che con l’informazione.

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