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Nel suo ultimo articolo su Avvenire, uscito il 30 marzo con il titolo

“Il risveglio degli invisibili – Il no alla guerra in Israele e a Gaza”, Lucia Capuzzi racconta un “risveglio” parallelo: i palestinesi che si ribellano a Hamas, gli israeliani che protestano contro Netanyahu. Il messaggio è chiaro: le due società civili sarebbero sorelle nella sofferenza, gemelle nella resistenza.

Peccato che una protesta repressa sotto minaccia armata non sia comparabile a un corteo democratico in una piazza libera.

E che nominare Hamas dopo mesi di silenzi, senza spiegare che è lui ad aver scatenato questa guerra, non sia un atto di onestà, ma una scelta funzionale a una narrazione.

 Come scrive l’autrice, «Non ci rappresentano», gridano da Beit Lahia come da Tel Aviv. Ma se la frase è identica, le condizioni in cui viene pronunciata non lo sono affatto.

 Su Free4Future oggi smontiamo questa costruzione apparente, e spieghiamo perché “Il risveglio degli invisibili” è una lettura che rischia di addormentare proprio dove servirebbe più lucidità.

La redazione di Free4Future

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