L’avventura e gli infortuni di una campionessa dell’ovvio corretto, che si è persa in Medio Oriente.
Laura Boldrini, la paladina dei rifugiati e campionessa di compassione internazionale, ha dedicato gran parte della sua carriera a salvare il mondo, un piatto di riso alla volta. La sua epica avventura è iniziata nelle risaie del Venezuela, dove ha scoperto la sua vocazione per le cause umanitarie osservando i campesinos che lavoravano instancabilmente sotto il sole cocente.

Con lo stesso fervore con cui si dedicava a contare i chicchi di riso, la Boldrini ha poi intrapreso la sua missione presso la FAO, dove presumibilmente ha passato ore a contemplare grafici sulla produzione mondiale di grano, sicuramente convinta di poter risolvere la fame nel mondo con il potere della statistica.
Il potere delle lingue
Ma il vero trionfo della sua carriera è arrivato con l’UNHCR, dove ha potuto finalmente mettere a frutto le sue abilità linguistiche. Come portavoce, ha brillantemente tradotto il gergo burocratico delle Nazioni Unite in comunicati stampa incomprensibili, dimostrando un talento innato nel rendere complesse le questioni semplici.
La nostra Laura ha coraggiosamente affrontato crisi umanitarie armata solo di un microfono e di una determinazione incrollabile a trovare la perfetta frase ad effetto per ogni situazione. Il suo impegno nel visitare campi profughi e zone di conflitto l’ha resa un’esperta nel trovare il miglior angolo per un selfie umanitario, elevando il concetto di “aiuto internazionale” a nuove vette di autoreferenzialità.
La scalata al potere
Dopo aver conquistato il mondo delle ONG, Laura Boldrini ha deciso di portare la sua particolare brand di umanitarismo nel mondo della politica italiana. Perché limitarsi a salvare rifugiati quando si può salvare un’intera nazione?
Come Presidente della Camera, la Boldrini ha dimostrato lo stesso zelo profuso nelle missioni umanitarie. Ha affrontato questioni cruciali come l’istituzione di una commissione su internet e il digitale, perché evidentemente ciò che mancava al Parlamento italiano era proprio un gruppo di esperti che spiegasse come funziona Facebook.
Un politico equidistante
Di recente ha usato la sua cultura storica, nonché abilità di portavoce e di politico equilibrato ed equidistante commentando la situazione a Gaza.
La Boldrini dichiara: “A Gaza c’è resistenza, come c’è stata in Italia contro il nazifascismo”.
Una parallelo semplicistico, fuorviante e completamente errato.
La Resistenza italiana si oppose a un regime totalitario che aveva invaso e occupato l’Italia, alleandosi con la Germania nazista. La situazione a Gaza è radicalmente diversa. Il regime totalitario, razzista, reazionario, misogino, guerrafondaio, che opprime i gazawi, che scatena guerre di aggressione senza senso e che proclama a gran voce la sua volontà genocida (guarda caso, ancora una volta di ebrei), è semmai quello di Gaza.
Per background culturale, metodi come il massacro di civili e obiettivi, la lotta che la Boldrini esalta nel suo consueto e ponderato equilibrio ricorda piuttosto le ultime raffiche di Salò. Che resistevano, certamente. Ma sarebbe abbastanza imprudente confondere con la Resistenza.
È un peccato che proprio un parlamentare di sinistra come l’on. Boldrini sminuisca il sacrificio e gli ideali della Resistenza, e infanghi la sua lotta per la libertà e la democrazia contro un regime totalitario.
Sinwar e Pertini possono assomigliarsi solo negli incubi peggiori, e nelle dichiarazioni a casaccio, fatte per sentire l’effetto che fa. Fanno un pessimo effetto, On. Boldrini.
In un altro tweet su X, successivo all’uccisione di Sinwar, l’on. Boldrini afferma:
“Dopo il capo politico, Haniyeh, anche il capo militare di Hamas, Sinwar, è stato ucciso in un raid dell’Idf, a Rafah. Entrambi, per altro, oggetto di una richiesta di mandato di cattura internazionale da parte della Corte penale dell’Aja. Questo, comunque, significa che Hamas stessa è decapitata, al prezzo di 43mila palestinesi uccisi a Gaza, tra cui 17mila bambini. Per Netanyahu è sufficiente perché cessi il fuoco, finisca il massacro del popolo palestinese e venga finalmente accolta la richiesta dei familiari degli ostaggi di aprire una trattativa per farli tornare a casa? La comunità internazionale non faccia cadere questa ennesima richiesta, non lasci sole queste famiglie e il popolo palestinese. Basta guerra.”
Trasportata dalla confusione in un modo di specchi in cui deve essersi evidentemente persa, l’On Boldrini si dimentica chi ha dichiarato la guerra, trascura che a rifiutare ogni proposta che portasse alla liberazione degli ostaggi, e quindi alla fine immediata della guerra, è stata Hamas.
Non contenta, in una vera e propria trance agonistica fa propri dati di Hamas, che curiosamente trascurano di evidenziare il numero dei combattenti uccisi. È come confondere le divisioni della Wermacht cadute sul fronte orientale con i civili rimasti sotto le macerie di Amburgo. Tutte morti, ma diverse. E di cui è responsabile chi ha voluto la guerra.
Confusioni, inversioni, bussole morali impazzite. Cose che capitano, quando si confondono il CLN con la X Mas (quella di Borghese, of course) e con la Banda Koch.
Insomma gli infortuni, pericolosi e dai risultati raccapriccianti, dell’On Boldrini sono stati molti, da quando ha deciso di abbandonare il selfie doloroso e ad ambio spettro, per tuffarsi a pié pari nella complessa giungla del Medio Oriente.
Una situazione dolorosa e difficile, il risultato di decenni di conflitti, negoziati falliti, tensioni regionali, ambizioni di potenza e di superpotenza. Difficili da interpretare soltanto con il desiderio di occupare la scena e suscitare l’applauso a poco prezzo.
Per chi ammira Laura Boldrini questi incidenti di percorso, per quanto gravi, non possono limitare la sua statura e la grande prospettiva che ha regalato a una fanbase compatta e numerosa. Non sempre preparatissima, ma in compenso piena di passione.
Sì, la carriera di Laura Boldrini è e rimarrà per sempre un faro di speranza per tutti coloro che sognano di passare dalle risaie del Venezuela ai corridoi del potere, armati solo di buone intenzioni e di una capacità straordinaria di cogliere ogni opportunità per tenere un discorso dai contenuti nebbiosi ma sempre ben radicato nel politically correct più puro ed estremo.
E pazienza se, di troppa correttezza, la verità e la decenza muoiono. Quello che conta è la photo opportunity. Fino alla vittoria.
Free4Future
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