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Grooming Gangs

250mila bambine violentate e uccise

Le gang pakistane, parte 1: perché è il più grande stupro etnico che il Regno Unito abbia mai visto.

Le gang pakistane, parte 1: perché è il più grande stupro etnico che il Regno Unito abbia mai visto.

Prendiamo subito il toro per le corna con questo primo articolo di una serie che dedicheremo alle “Grooming Gang” o gang di adescamento. Perché questo è quello che la Gran Bretagna, e l’Europa Occidentale, non hanno voluto fare per 30 anni e forse più. Lo scandalo che sta emergendo in questi giorni non è solo un problema comune di ordine pubblico, un fallimento totale della polizia, della politica, della stampa, che dura forse dagli anni ‘70. E sicuramente dal 2000 a oggi. 

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250mila bambine e adolescenti violentate e talvolta uccise nel Regno Unito – Free4Future

È anche un crimine di odio razziale, che tutti avrebbero giustamente denunciato con forza e tentato di sradicare con ogni mezzo, se fosse avvenuto ad etnie inverse. Invece si è sradicata la sua denuncia, come se quello fosse il reato d’odio. Una inversione allucinante che ha portato il Regno Unito ad ignorare come fenomeno sistemico, il sistematico stupro di bambine “bianche” e la loro riduzione a schiave sessuali da parte di gang musulmane-pakistane. 250mila bambine nel corso di almeno due decenni terribili, in cui politica di destra e di sinistra, media, servizi sociali hanno fatto del loro meglio per non vedere, e quindi non cambattere un crimine generalizzato e dalle caratteristiche chiarissime.

Lo dicono i verbali dei processi, che ci sono stati nei quali le bambine vengono definite in modi irripetibili, tra cui non manca mai “bianca”.

Lo dicono i numeri che emergono dalle inchieste, che mostrano non solo come le gang siano ad assoluta prevalenza musulmana-pakistana. Non solo le vittime siano praticamente sempre bambine “bianche” inglesi. Ma come la comunità pakistana abbia partecipato di questo crimine in modo pericolsamente e spaventosamente endemico. 

A Rotherham, la comunità più duramente colpita, si calcola che un pakistano su 73 (!) abbia fatto parte delle gang che adescavano le bambine, le riducevano a schiave, le sottoponevano a sevizie sessuali indicibili, di gruppo, per settimane o per mesi, e spesso le uccidevano in modi la cui barbarie abbiamo visto solo in altri conflitti etnici del mondo, dalla ex Jugoslavia al macello del 7 ottobre.

Perché è importante definire questo crimine d’odio

Dunque non abbiamo a che fare con gang che non sono solo “di adescamento”. Non sono gang “asiatiche” come sono state a volte curiosamente definite nel tentativo di offuscare il problema e di non “accrescere le tensioni etniche” (coinvolgendo in un crimine orrendo comunità che nulla c’entrano, come quella cinese, filippina, o indiana). 

Sono gang di adescamento islamo-pakistane, che hanno trasportato in un’Inghilterra del Nord socialmente devastata l’orrore di un rapporto con la donna che, purtroppo, è assolutamente culturale. Che ha il suo parallelo in tutte le schiave sessuali del suprematismo islamico, siano esse cristiane, yazide, ebree, irakene, siriane, pakistane. È il trattamento che spetta al nemico sconfitto. Con molta chiarezza ce lo fanno sapere gli imam dell’islamismo radicale che predicano e vanno in televisione anche qui in Europa. In UK non si è voluto vederlo, si è lottato per non saperlo, per non combattere un fenomeno pericolosissimo come tale. 

A pagare sono state le bambine, talvolta le loro famiglie perseguitate e divise per avere denunciato la violenza in storie che sono più che kafkiane, sono storie di un orrore occidentale senza fine, che dà le vertigine rileggere e indagare nel suo insieme, come finalmente adesso si comincia a fare.

Individuare il crimine per quello che è, suprematismo sessuale, religioso, etnico, qualcosa di peggio che patriarcale, sta permettendo di individuarlo anche fuori dal Regno Unito, in altri luoghi del mondo dove il fenomeno è forse più recente, ma non diverso nelle sue origini e nelle sue ragioni. E sicuramente non meno preoccupante: l’Irlanda, la Scandinavia, gli Stati Uniti, il Canada. Dovunque stia avvenendo lo scontro tra comunità locali impoverite, un tessuto sociale lacerato, e una immigrazione fuori controllo che ha prodotto enclave di dis-integrazione, in cui si riproducono e si amplificano gli orrori di un rapporto feroce con il genere femminile e la diversità.

È un immenso incendio di odio di genere, religioso e razziale che non abbiamo voluto vedere, che l’Occidente ha voluto fingere che non esistesse, e che adesso ci presenta un conto di un orrore oltre ogni immaginazione. 

Di questo parleremo in una serie di articoli che hanno intenzione di ripercorrere la storia di questo fenomeno, che per essere combattuto deve prima essere inquadrato nella coscienza, lucidamente. 

Non è sufficiente parlare di “crimini sui bambini”. Non è irrilevante prendere coscienza del come e perché sono avvenuti e stanno ancora avvenendo.

Troppe bambine, troppe famiglie hanno già pagato troppo per questa cecità autoimposta. E non potrà esserci pace, nemmeno nelle nostre città, nemmeno nei nostri quartieri più di frontiera, senza affrontare la terribile verità.

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Vedi tra le altre cose Inchiesta Alexis Jay sullo scandalo di Rotherham

Inchieste Charlie Peters per GB News

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